Calcolo della rigidezza dei maschi murari
Calcolo della rigidezza dei maschi murari di murature portanti esistenti.
La parete portante in muratura (esistente), una volta determinate le sue caratteristiche meccaniche, viene suddivisa in setti portanti, detti maschi murari. Si estendono dal pavimento fino al soffitto. Non vengono prese in considerazioni le parti sopra aperture già esistenti (porte o finestre), ne le parti sottostanti un’apertura (finestre). In questo modo la rigidezza totale della parete è più bassa di quella reale. In letteratura esistono anche altre metodologie, come quella che considera le fasce di piano o il metodo Dolce.
Per il calcolo della rigidezza del setto, occorre conoscere le dimensioni geometriche: altezza, spessore, lunghezza e meccaniche; infine applicare la seguente formula:
La rigidezza totale della parete è la somma delle rigidezza dei singoli n maschi:
Kparete= K1+K2+…+Ki… (Ki è la rigidezza del maschio; i =1,2,3…).
Dove:
- K è la rigidezza del setto;
- E, G sono rispettivamente i moduli di elasticitĂ normale e tangenziale della muratura;
- J è il momento di inerzia del maschio murario e vale J=Al2/12 (rettangolo).
- l lunghezza del maschio.
- h è altezza deformabile del maschio murario;
- A= l • t è area del maschio
- t=spessore del maschio;
- n è un coefficiente che tiene conto del grado di vincolo offerto dal traverso (n = 12 per traverso rigido, n = 3 per traverso flessibile)
In forma compatta e ipotizzando un doppio incastro, n=12 si ha: